Anno 2012
I giovani del Feudo di Maida
Siamo così giunti alla sedicesima edizione del Premio letterario e saggistico internazionale “Feudo di Maida” e alla stampa della brochure che annualmente distribuiamo sia come invito a presenziare alla nostra manifestazione e sia come spunto per riflettere su tematiche connesse con il passato, il presente e il futuro del territorio e del mondo che lo circonda.
In occasione delle quindici edizioni precedenti della brochure abbiamo invitato studiosi italiani e stranieri a scrivere degli interventi che riuscissero, nel breve spazio di una sola pagina, a presentare un aspetto significativo della Calabria e dei suoi rapporti con il Mediterraneo. Gli oltre 150 contributi offerti da più di 100 studiosi locali, nazionali e internazionali e raccolti in tutti questi anni hanno costituito un’unica pubblicazione dal titolo Incroci di sguardi. Il Mediterraneo e la Calabria dall’Età moderna all’Età contemporanea a cura del sottoscritto, con la preziosa prefazione di Luigi M. Lombardi Satriani ed una appendice a cura di Leopardi Greto Ciriaco. L’opera collettanea è sentitamente dedicata al primo presidente dell’associazione culturale, Vincenzo Iuffrida, scomparso quasi dieci anni fa, e ai soci dell’associazione culturale “La Lanterna”.
I contributi, raggruppati in sei ambiti tematici strettamente interconnessi, enucleano i molteplici rapporti della Calabria con il Mediterraneo nel lunghissimo periodo: dal ruolo di questa regione nell’Età moderna fino al periodo napoleonico e alla Battaglia di Maida del 1806 alla Calabria nel processo di formazione dello Stato italiano durante il Risorgimento; dalla questione della religiosità e della santità in Calabria ai rapporti e ai confronti con le altre religioni e le altre culture del Mediterraneo; dalle migrazioni verso il sud del Mediterraneo del periodo precoloniale e coloniale, alle migrazioni verso il nord cui assistiamo nei giorni nostri. Un ventaglio straordinario di idee che sottoponiamo alla vostra attenzione convinti del valore intrinseco di ciascun contributo e dell’operazione culturale realizzata.
In continuità con il lavoro svolto finora si pone la scelta dell’argomento e degli autori di quest’anno, legati in maniera inestricabile agli obiettivi primari dell’Associazione culturale “La Lanterna” e alla manifestazione del Premio: la promozione della cultura, del territorio e delle sue giovani eccellenze. Com’è noto, in tutti questi anni decine e decine di giovani studenti delle scuole superiori del “Feudo di Maida” sono stati premiati per le loro performance scolastiche. Ci siamo chiesti, pertanto, a distanza di 10-15 anni, quale fosse stato il percorso intrapreso da queste straordinarie promesse, quali fossero state le loro scelte successive, i percorsi di studio universitario, le difficoltà incontrate, il rapporto con il loro territorio di partenza, le esperienze di vita in terre più o meno lontane, i sogni realizzati e quelli ancora chiusi nel cassetto.
Le sincere testimonianze di vita, dal conseguimento della maturità all’università e al mondo del lavoro, offerte dagli studenti dell’Albo d’oro del “Feudo di Maida”, possono e devono servirci a riflettere sul valore degli studi scolastici effettuati nel nostro stesso territorio, sulla qualità dell’offerta formativa, sulla validità delle istituzioni universitarie, sulla competitività raggiunta dai nostri giovani, sulla continua emorragia di cervelli che si registra senza soluzione di continuità, sulle eccezioni, sui pochi ritorni. Non possiamo fare altro che augurarci che il nostro intento sia stato raggiunto.
Non possiamo che augurarci che gli stimoli forniti dalle istituzioni che gravitano intorno al Feudo di Maida e l’incentivo dato dal Premio abbiano dato e continuino a dare ai giovani la determinazione giusta per affrontare con coraggio la complessità del momento che viviamo. Al tempo stesso non possiamo che augurarci che il nostro intento di stimolare le vostre riflessioni sia stato raggiunto.
Salvatore Speziale
Di strada ne ho fatta
Carissimi…
vi scrivo da Copenhagen…dove mi trovo per il viaggio di nozze!!!Sono qui perche domani devo partire in crociera!!Immaginate quindi che periodo è per me….
Ci eravamo lasciati quando io avevo 19 anni ed ero stato premiato da voi…Di strada ne ho fatta…ora a 29 anni ho realizzato il sogno più importante della mia vita…Mi sono sposato con la ragazza che amo pazzamente e con lei viviamo a Bra in provincia di Cuneo dove insegniamo lettere.
Ci siamo spostati parecchio per inseguire l’insegnamento: siamo stati Lecco, a Bergamo e ora a Cuneo!!
Ora però ci vogliamo fermare a vivere qui perché vogliamo metter su famiglia e radici.
Qui ci troviamo bene…la professione dell´insegnante ha più stima sociale e rispetto da parte di tutti.
La qualità della vita e´ottima e Torino a due passi offre davvero tanto!!
Giuseppe Spadea
La strada “oltre confine”
Estate del 2012… come ogni anno, vivo le vacanze godendomi il mio paese d’origine, la mia famiglia, le mie radici con serenità e a volte con quel pizzico di malinconia e nostalgia per il passato. Mi volto indietro per un attimo, a circa 15 anni fa, quando ero solo una giovane liceale con tanti sogni, tanta voglia di imparare e progettare il mio futuro e soprattutto con la certezza che mai avrei lasciato il mio amato Maida per vivere altrove.
Ho frequentato il Liceo Scientifico e ho condotto il mio percorso scolastico con grande amore per lo studio e grande soddisfazione finale nel raggiungimento della maturità. Finita la scuola era certo il fatto che volessi continuare gli studi, ma tanti erano i dubbi: Che strada intraprendere? In che città andare a studiare? Dopo un breve periodo di indecisioni, la scelta è ricaduta su ciò che più stimolava la mia curiosità e la mia tendenza innata alla riflessione. Così, poiché l’intenzione era sempre quella di non allontanarmi dalla mia terra e poiché la Calabria vanta un’ottima Università, mi sono iscritta in Filosofia presso l’Università della Calabria, sede a Cosenza.
Ho vissuto il primo anno viaggiando e dedicandomi anche al mio ultimo anno di danza classica, per ottenerne il diploma finale. Giunti alla prima estate da universitaria, però, sentivo dentro una domanda e una spinta che mi portava a voler vedere cosa ci fosse “oltre il confine”. Così ho deciso di “varcare la soglia” e mi sono trasferita a Firenze, città d’arte che mi aveva attratto da sempre, serbando sempre nel cuore l’idea che prima o poi sarei tornata a vivere nella mia terra.
Gli anni di università sembrano esser volati in un attimo; tutta la fatica, le ore passate sui libri, anche quando iniziava il caldo afoso ed io pensavo al mio mare e al mio amato paese. Tutto è culminato nel giorno della mia laurea in Filosofia nel giugno del 2006. Un sogno che si realizzava e che mi faceva entrare ufficialmente nel mondo degli adulti.
Subito dopo ho colto al balzo l’occasione per aprirmi una strada nell’insegnamento, così, dopo un esame d’entrata molto selettivo, ho iniziato il mio percorso biennale di SSIS (Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario). Sono stati due anni durissimi, al termine dei quali ho ottenuto l’abilitazione all’insegnamento. In seguito, mi sono iscritta al corso di specializzazione per l’insegnamento nel sostegno (SOS); già in quell’anno ecco la mia primissima esperienza di lavoro nella scuola, luogo che avevo lasciato da studentessa ed ora ritrovavo da insegnante. Solo in quel momento ho realizzato che ero veramente “cresciuta” e che stavo costruendo il mio futuro in quella città.
Ormai sono passati tre anni e mezzo dal mio “primo giorno di scuola” e posso dire che, per quanto la realtà attuale rende molto difficile sopravvivere in questo ambito lavorativo e lo spazio lasciato ai giovani è veramente misero, penso di aver intrapreso una strada che mi stimola molto; posso dire di aver intrapreso “la mia strada
Eleonora Pantani
La “dottoressa dei bambini”
“Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento; di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza…”.
Queste le parole che ho pronunciato il giorno in cui sono entrata a far parte dell’Ordine dei Medici-Chirurghi della provincia di Pavia. Quel giorno si realizzava solo parte del mio sogno, infatti il mio desiderio fin da piccola, non era solo quello di diventare medico, ma “dottoressa dei bambini” …
Ho frequentato il Liceo Scientifico “G. Galilei” di Lamezia Terme che mi ha fornito un ottimo bagaglio culturale sia dal punto di vista scientifico che umanistico e dopo aver conseguito la maturità nel Luglio 2002, la decisione difficile da prendere non era tanto a quale Facoltà iscriversi ma…dove?
Dopo attente valutazioni la decisione cadde su Pavia, per la qualità dei corsi di studio e il prestigio di cui godeva la facoltà di Medicina e Chirurgia della sua Università.
Certo, non è stato facile, nel cuore un misto di paura ed entusiasmo, nostalgia e speranza, lasciare la mia famiglia, il mio paese, alla volta di una nuova città. Ma Pavia ha saputo accogliermi e io ho saputo adattarmi. E’ una città con una storia universitaria centenaria, la sua Università è uno dei più antichi atenei d’Italia e d’Europa, votata alla ricerca in tutti i campi del sapere, dotata di numerose biblioteche e musei universitari e diverse sono le iniziative culturali.
Sono arrivata quindi a conseguire la Laurea nel Luglio 2009 e poi l’Esame di Stato nel Febbraio 2010 ma, concluso un percorso, uno nuovo se ne presentava, un altro ostacolo da superare per raggiungere il mio obiettivo: l’esame di ammissione alla Scuola di Specializzazione in Pediatria nel Maggio 2010, ma la caparbietà e le competenze acquisite mi hanno portato alla completa realizzazione del mio sogno!
Oggi frequento il 3° anno di specializzazione in Pediatria, pienamente soddisfatta di quello che sono diventata e che giorno per giorno sto diventando. Non sempre è facile, ci sono giorni in cui l’entusiasmo è alle stelle e giorni un po’ più tristi: talvolta mi chiedo se sono davvero io a dare qualcosa ai bambini con cui trascorro le giornate o se sono loro con i sorrisi e le lacrime, gli sguardi timorosi o coraggiosi, con i disegni e i loro gesti affettuosi a riempire la mia vita.
La Calabria mi è sempre rimasta nel cuore, sono comunque legata a questa Terra con un filo che è difficile spezzare e spero un giorno, con un mio seppur piccolo contributo, di poter cooperare per favorire il progresso e lo sviluppo di questa magnifica Regione.
Elisabetta De Sando
Restare o partire?
Nell’ormai lontano 1998 fui premiata con “L’Albo d’oro del Feudo di Maida”.
Chi ero? Ripensandoci, vedo una ragazza volenterosa cui la vita offriva mille opportunità. Con il conseguimento della maturità si proponeva la difficile scelta sulla strada da intraprendere: presto presi coscienza che il mio sogno in realtà era “semplicemente”… di diventare insegnante!
E allora, restare o partire? Contrariamente alla maggior parte dei miei coetanei, che partivano, forse allettati dal mito della grande città, io sentivo forte, già allora, il legame con la mia terra: così compii il mio percorso formativo nella vicina Messina.
Affacciandomi al mondo del lavoro, si ripropose il dilemma: restare o partire? A questo punto le mie decisioni erano quelle di una giovane matura e consapevole. Ero cresciuta, sì, ma l’amore per la mia terra era sempre più profondo e irrinunciabile.
Come lasciare la mia regione, i suoi paesaggi, il suo sole, i suoi profumi, i suoi sapori? Come lasciare le distese di enormi ulivi secolari, il mare limpido che infrange le sue onde su coste frastagliate e bellissime? E il sole che riscalda l’aria e rinfranca l’animo della gente, rendendola così aperta e ospitale? Come lasciare una terra dalla storia millenaria, crogiuolo di civiltà le cui impronte restano tangibili negli innumerevoli reperti archeologici e opere d’arte, nei dialetti, nelle tradizioni così caratteristiche e toccanti di ogni paesino? E i sapori forti della nostra cucina, i profumi delle nostre vigne o l’ombra dei nostri boschi?…
Mi rendevo perfettamente conto che la prospettiva non era rosea e realizzare il mio sogno sarebbe stato arduo. Ma dovevo tentare, e così, ancora una volta, sono rimasta.
Nonostante le note e innegabili difficoltà, ho cominciato ad inserirmi, sia pure in modo precario e saltuario, nel mondo della scuola.
E dunque, chi sono? Quali sono i miei sogni adesso?
Sono una docente precaria che, tuttavia, non rinuncia all’idea di contribuire, in un futuro si spera non troppo lontano, alla formazione dei ragazzi della propria terra. Sono una giovane calabrese consapevole delle mille contraddizioni del proprio territorio, ma anche e soprattutto delle enormi potenzialità, delle risorse umane, naturali, storiche che aspettano solo di essere valorizzate, in modo che i nostri paesi tornino a essere popolati e vivi, come li ho visti in occasione della recente manifestazione dei “Giochi del Feudo”. Osservando i vicoli del centro storico del mio paese animati da centinaia di persone che ammiravano la riproposizione del borgo medievale e degli antichi mestieri, per una sera ho realizzato il sogno di vedere una terra viva ed operosa, come potrebbe ancora essere se solo riuscissimo a riscoprire le nostre profonde radici, così da affrontare le inevitabili sfide della globalizzazione senza perdere la nostra più autentica identità, facendo tesoro della ricchezza del nostro passato per costruire quella del nostro futuro.
Caterina Bruno
Fare della propria vita “un’opera d’arte”
Ho avuto l’onore di ricevere il Premio Albo d’oro del Feudo di Maida nell’anno 1997/1998, quando ero una studentessa liceale, ed è stata per me una grande soddisfazione, non solo perché è un Premio importante per il nostro territorio ma, soprattutto, perché rende onore all’impegno e al merito.
Nel luglio 2001 ho conseguito il diploma di maturità classica presso il Liceo Classico “F.Fiorentino” di Lamezia Terme con la votazione di 100/100.
Subito dopo mi sono trasferita a Roma per proseguire i miei studi presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Tor Vergata, dove mi sono laureata nell’anno accademico 2006/2007, con una tesi di Laurea in diritto civile su “Gli accordi di reintegrazione della quota di riserva”, con votazione di 110/110 cum laude. Di poi, sono stata insignita del Premio di Laurea “Sebastiano e Rita Raeli”, anch’esso conferitomi per ragioni meritocratiche e, dunque, ho ottenuto nel 2010 il Diploma di specializzazione per le professioni legali presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Nel mentre ho svolto varie collaborazioni presso l’Istituto di Economia e Finanza della Facoltà di Giurisprudenza “La Sapienza”, nonché attività di tutorato presso l’Università di Tor Vergata. Nel dicembre del 2010 ho ottenuto l’abilitazione alla professione forense presso la Corte di Appello di Catanzaro, con votazione 300/300, e sono diventata avvocato, classificandomi prima tra i praticanti iscritti al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati del circondario di Lamezia Terme, e seconda in assoluto nel distretto della Corte di Appello di Catanzaro. Sono, dunque, un avvocato e continuo i miei studi accademici e giuridici a Roma.
Le problematiche incontrate nel mio cammino sono state e sono molteplici: in primis la lontananza dalla mia terra e dalla mia famiglia, poi, dal punto di vista scolastico, la mancanza di un’adeguata conoscenza della lingua inglese, tanto che ho seguito privatamente i corsi necessari per la mia formazione, e poi la burocrazia eccessiva in cui, purtroppo, lo studente, suo malgrado, resta incastrato. Ho ottenuto ogni anno le borse di studio per merito e, dunque, ho potuto mantenermi agli studi più agevolmente ma, senza dubbio, l’università è costosa, i suoi ritmi sono lenti e la preparazione tecnica che lo studente riceve per entrare nel mondo del lavoro è inesistente.
Concludo dicendo che non c’è niente di più difficile che studiare ma, allo stesso tempo, non c’è nulla di più bello: auguro a tutti i giovani vincitori odierni dell’Albo d’oro e a coloro che lo vinceranno in futuro, di non arrendersi alle difficoltà fisiologiche del nostro Paese e di insistere per fare della propria vita “un’opera d’arte”.
Elisabetta Dattilo
Il lavoro e la famiglia
Il mio nome è Francesco Spadea, ingegnere chimico calabrese attualmente impiegato presso la Procter&Gamble, 2° multinazionale più grande al mondo (fatturato annuo di circa 120 miliardi di dollari). Il mio viaggio è iniziato da molto lontano a dispetto dei miei soli 26 anni. Infatti, quando ancora frequentavo il mio ultimo anno della laurea specialistica di Ingegneria Chimica presso l’UNICAL, sono stato contattato dalla P&G attraverso Almalaurea grazie al mio curriculum (media di superamento degli esami pari a 29,7).
Ho iniziato così le selezioni nazionali, dove da 600 candidati iniziali siamo arrivati in 15 a Roma, presso la sede amministrativa dell’azienda in Italia, a giocarci la possibilità di 1 solo posto per uno stage di 6 mesi. In parallelo venivano così selezionati altri 19 ragazzi in Italia e non solo. Quindi, da 600×19 ragazzi (11400 in totale) siamo stati scelti in 19 per uno stage. Di questi 19 ne sarebbero poi stati confermati solo 3 alla fine del periodo di prova. E grazie a Dio io sono stato uno di quei 3.
Il ritmo di lavoro fin dall’inizio è stato ed è tuttora massacrante, sia per il numero di ore lavorative che soprattutto per lo stress a cui si è sottoposti. La realtà lavorativa è quella di una multinazionale americana: qualsiasi decisione è “business driven”, cioè guidata dal business. È tutto standardizzato, persino il linguaggio è codificato a tal punto che dopo pochi anni di compagnia si fa difficoltà a parlare in italiano corretto perché si inizia a parlare il “procterese”, un linguaggio costituito esclusivamente da acronimi e codici. D’altra parte ve ne sarete già accorti da questa stessa breve presentazione come la consecutio temporum sia solo ormai per me un ricordo J …
Si deve, però, essere onesti ed enunciare anche gli aspetti positivi del lavorare in P&G, e cioè avere la certezza di essere parte di uno dei gruppi più solidi al mondo, avere la possibilità di crescere aziendalmente molto in fretta se si dimostra di avere le giuste capacità, avere la possibilità di viaggiare in diversi paesi dell’Europa e non solo se il lavoro lo richiede. Al momento io ricopro la figura di Packing HSC Line Leader, che tradotto significa che sono il responsabile del reparto MastroLindo, avendo il reporting diretto di 24 persone e dirigendo 3 linee di produzione il cui volume di vendita rappresenta circa il 60% di quello dell’intero stabilimento (che conta circa 350 dipendenti).
In tutto questo ho dimenticato di dirvi la cosa più importante che in questi anni il Signore mi ha regalato, e cioè il dono di mia moglie J … Infatti il 17 dicembre del 2011 mi sono sposato, coronando il mio più grande sogno, perché senza mia moglie io non potrei vivere e senza di lei tutto quello che sto facendo non avrebbe alcun senso. Non avrebbe senso arrivare stanco morto a casa la sera, non avrebbe senso vivere a Gattatico di Reggio Emilia, non avrebbe senso andare in Inghilterra, in Belgio, in Olanda e così via per fare delle estenuanti trasferte di lavoro.
Francesco Spadea
Studio, dedizione, impegno, sacrificio…
Sono trascorsi ormai diversi anni dal conseguimento della maturità e del Premio Albo d’Oro ma, se mi fermo a riflettere sul recente passato, ho la fortuna di riscontrare che non ci sono “spazi vuoti”. Dal 1998, anno in cui mi sono diplomata presso il Liceo Classico di Lamezia Terme, infatti, il mio percorso è stato ricco di esperienze formative e professionali, di aspettative e mete raggiunte.
Animata dalla passione per il diritto, ho frequentato la Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma, proseguendo gli studi giuridici alla Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali. Consapevole della mia scarsa propensione per l’attività libero-professionale, nonostante avessi conseguito l’abilitazione, ho deciso di intraprendere la carriera in magistratura, coltivando inizialmente l’aspettativa di diventare Pubblico Ministero. Le lungaggini concorsuali hanno impedito che il mio sogno si realizzasse presto ma, nel frattempo, non avendo mai sostanzialmente abbandonato lo studio, sono riuscita a superare il concorso per Ispettore del Lavoro e sono stata assunta, nel maggio 2006, presso la Direzione Provinciale del Lavoro di Vibo Valentia.
Dopo i risultati ottenuti in ambito universitario, è stato questo il primo obiettivo raggiunto nel mondo del lavoro, che ha segnato per me il passaggio all’età adulta, rendendomi più cosciente delle mie capacità e più autonoma nelle scelte di vita. L’esperienza vibonese è stata molto positiva sia sotto il profilo umano sia dal punto di vista professionale, consentendomi un approccio “ravvicinato” alla complessa realtà dei lavoratori e delle imprese che operano in un contesto difficile e, fino a qualche tempo fa, poco incline a cogliere lo spirito e l’importanza della tutela delle condizioni di lavoro e della legalità nel settore.
Dopo la parentesi ministeriale e quando erano già passati cinque anni dalla pubblicazione del relativo bando di concorso, l’aspirazione della magistratura è diventata realtà. Ho, quindi, iniziato il tirocinio da magistrato ordinario a Catanzaro nell’ottobre 2009 e dall’11 aprile 2011 svolgo le funzioni di Giudice del Lavoro presso il Tribunale di Crotone. Quella giornata emozionante ha rappresentato una svolta nella mia vita privata e professionale.
E’ impresa ardua riuscire a sintetizzare in poche battute cosa significa per un giovane magistrato lavorare quotidianamente nelle aule di giustizia: vuol dire studio, dedizione, impegno, sacrificio, responsabilità, consapevolezza di poter sbagliare. Vuol dire, ancora, equilibrio nel rapporto con gli altri operatori del diritto, nella valutazione e nella decisione dei casi concreti, nel contemperamento delle esigenze di lavoro con quelle personali. Vuol dire, infine – nel mio caso – soddisfazione per aver raggiunto un traguardo così prestigioso, contando solo sulle mie forze e sul sostegno dei miei cari, con la prospettiva di offrire un contributo socialmente rilevante alla Regione a cui sono legata ed in cui ho scelto di tornare.
Valeria Salatino
Dalla maturità al mondo del lavoro
Estate 2001: Alle preoccupazioni dell’esame di maturità scientifica si è presto sostituita l’ansia di dover scegliere in quale Facoltà iscriversi, una decisione che “ti cambierà la vita”. Con la confusione della riforma, la novità del 3+2 e dei crediti formativi, e l’incertezza del futuro mondo lavorativo, la scelta ricade su una Facoltà a ciclo unico che mi darà la possibilità di avere più sbocchi professionali: dall’ industria farmaceutica, all’insegnamento, dalla farmacia, all’informatore farmaceutico, ma soprattutto la ricerca scientifica.
Così da studentessa fuori sede, mi ritrovo a correre da una parte all’altra di una nuova e sconosciuta città alla ricerca di informazioni su come ci si iscrive, sulle tasse, su orari e lezioni da seguire, e su come e con quale collega sconosciuta trovare una nuova casa. Non è stato facile all’inizio gestire tutte le questioni burocratiche, rispettare scadenze anche perché non ero ancora entrata nell’ottica che all’Università nessuno ti prende per mano e viene a spiegarti che cosa devi fare. Da un lato hai più autonomia rispetto al Liceo ma questo significa iniziare ad assumerti le prime responsabilità. Ma buona parte delle preoccupazioni svaniscono in fretta, abituarsi ai nuovi ritmi di studio e di organizzazione della vita universitaria non è poi cosi difficile, questo ti porta a legare quanto prima con i tuoi nuovi colleghi di corso per condividere con loro i primi problemi, e soprattutto per scambiarsi quei piccoli consigli e quelle informazioni utili per sopravvivere al meglio al primo anno di università.
Così inizio a vivere pienamente la mia vita universitaria a Cosenza nella Facoltà di Farmacia dell’Università della Calabria, fatta di lezioni, studio individuale e di gruppo, incontri e serate con amici, ma soprattutto quello che ho sempre sognato la sperimentazione in laboratorio. E tra un appello d’esame e l’altro, tra delusioni e gioie, mi ritrovo, nel laboratorio di Farmacologia, con topi e ratti, a lavorare alla mia tesi sperimentale sul ruolo degli estrogeni nell’ictus cerebrale. Orgogliosa di fare finalmente quello che ho sempre sognato e delusa di conoscere la realtà del ricercatore in Italia.
Una vita di sacrifici e precariato, anni da trascorrere tra Italia e l’estero, sperando in borse di studio, progetti a termine e assegni di ricerca.
Dopo un anno e mezzo, il 13 febbraio del 2007, arriva la più grande soddisfazione: la Laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche.
Con molte aspettative e nuove ansie, terminati gli esami, mi ritrovo tra concorsi, colloqui e curriculum a fare i conti con il mondo del lavoro, dove la differenza tra trovare un posto come tirocinante e il numero dei curriculum da inviare prima di ricevere una risposta per un colloquio di lavoro, si impara in fretta.
Oggi con qualche sacrificio e compromesso sono riuscita a ritornare nel mio paese, Vena di Maida e tra tirocinio, sostituzioni per malattie e maternità, collaborazioni part-time, a fare la Farmacista, in attesa del concorso o del nuovo colloquio che “ti cambierà la vita”.
Giusy Donato
“La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre”
Dopo la maturità presso l’istituto tecnico commerciale “Valentino De Fazio”, mi iscrissi alla facoltà di ingegneria gestionale dell’Università della Calabria. In tanti mi hanno chiesto “ma come? Prima ragioneria e poi ingegneria?”, quindi immagino che ve lo chiederete anche voi. Ho fatto questa scelta perché ero affascinata da quello che avrei potuto fare, mi piacevano gli “sbocchi professionali” scritti sulla guida del corso di laurea. E’ stato questo che mi ha fatto scegliere; non ho controllato le materie, gli esami da fare, perché altrimenti non credo che avrei fatto questa scelta (chi aveva mai studiato chimica, fisica, elettronica?) ma ho scelto considerando quello che sarei potuta diventare e quello che avrei potuto fare.
Sono stati 5 anni di studio intenso e ogni esame era una conquista. Verso la fine della laurea specialistica, bisognava decidere l’argomento per la tesi finale. Avevo l’imbarazzo della scelta, tutte le materie erano interessanti e tutti i professori erano professionisti con cui si poteva fare un ottimo lavoro; quindi mi presi un pomeriggio e cercai di capire cosa chiedeva il mercato del lavoro: cosa volevano le aziende, chi cercavano, cosa offrivano. Molte aziende chiedevano la conoscenza di un sistema gestionale molto diffuso e siccome l’Università della Calabria era ed è una delle poche in Italia che faceva un corso sui sistemi integrati aziendali, decisi di aggiungere l’esame nel piano di studi, fare il corso e quindi la tesi.
Grazie alla professoressa con cui decisi di fare questo lavoro, mi ritrovai ad Udine a fare uno stage di tre mesi con una società di consulenza. Mi sono laureata con lode nel maggio del 2008 e prima di laurearmi avevo già firmato un contratto di lavoro con la società con cui avevo fatto lo stage.
Neanche a un mese dalla laurea, mi sono trasferita nel Trentino Alto Adige e iniziai a fare la consulente aziendale. Con questo lavoro ebbi la possibilità di conoscere grandi e importanti realtà aziendali (Zuegg, Acqua Minerale San Benedetto, Mila) e quindi mettere in pratica quello che avevo studiato per cinque anni. Dopo 4 anni decisi che era il momento di cambiare e rimettermi di nuovo in discussione; ho cambiato da poco lavoro e azienda, mi sono trasferita in veneto e adesso sono ancora in fase di rodaggio e assestamento.
Molti mi reputano fortunata, ma le mie uniche fortune sono state la mia famiglia che mi ha dato sempre supporto in tutte le mie scelte e i professori incontrati lungo il mio percorso formativo e tutti i loro insegnamenti. Auguro anche a voi queste fortune cosi da poter ringraziare solo voi stessi per gli obiettivi che raggiungerete.
Vi faccio a tutti un grosso in bocca al lupo e vi auguro di fare le scelte migliori per il vostro futuro, ma soprattutto di scegliere la vostra strada considerando dove si vuole arrivare; in questo modo le difficoltà che incontrate le supererete molto più facilmente… ma non consideratevi mai arrivati.
“La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre.” (A.Einstein)
Valentina Notarianni
Tutte le foto dell’ultima edizione del Premio Letterario anno 2012